lunedì 27 agosto 2012

In duemila sotto la pioggia per Luciani


Affollata cerimonia in piazza a Canale d’Agordo nell’anniversario della sua elezione al soglio pontificio nel 1978

Corriere delle Alpi
    di Francesco Dal Mas
    CANALE D’AGORDO. Perfino il sole s’affaccia per illuminare le pareti del monte Civetta, dopo un pomeriggio di fitta pioggia, quando la piccola piazza Luciani, a Canale si trasforma in un grande piazza San Pietro. “Habemus Papa… Alcinun Luciani” annuncia il cardinale, dal balcone della basilica, la sera del 26 agosto 1978.
    I 2000 veneti saliti per commemorare il “papa del sorriso”, ascoltano, si commuovono, battono le mani, qualcuno perfino piange. Tutto qui a Canale, dove 100 anni fa Luciani nacque da una povera famiglia di contadini, profuma ancora di “don Albino”, come si ostinano a chiamarlo da queste parti. Anche la pioggia non svuota le poltroncine in piazza. Il sindaco Rinaldo De Rocco ne ha fatte preparare 1200, 10 volte i posti della chiesa. «Mi avevano chiesto di proteggerle con una tensostruttura, ma costava troppo. E poi don Albino non lo avrebbe desiderato» si scusa De Rocco. Tutti sotto la pioggia, dunque.
    Solo il cardinale Ennio Antonelli, che concelebra la messa con il vescovo mons. Giuseppe Andrich e una cinquantina di sacerdoti, è riparato da un’apposita costruzione in legno. C’è anche l’ex vice postulatore mons. Giuseppe Lise, che conferma: «La positio, ovvero la documentazione sulle virtù eroiche di Luciani verrà consegnata intorno al 17 ottobre, il giorno del centenario della nascita, 100 anni fa, e dopo speriamo che in due, tre anni il processo di beatificazione si possa concludere».
    «In verità noi lo preghiamo come fosse già santo» ammettono Giuseppe Denora, il miracolato di Altamura, e Daniele Bruno, il bambino chiamato alla cattedra dall’allora papa e che a una domanda rispose: «Preferisco restare in quinta elementare anziché finire in prima media». I fedeli non sono disposti ad aspettare l’atto ufficiale della beatificazione.
    Basta entrare in chiesa, vedere tutti quei ceri accesi ai piedi della statua di Luciani e soprattutto leggere i registri delle presenze. Quattro pagine di grazie ricevute e di preghiere d’intercessione soltanto nella giornata di ieri. Lo constata pubblicamente anche mons. Andrich, presentando Canale al porporato. «Da qualche anno la fama di santità si va estendendo ed approfondendo e questa chiesa parrocchiale diventa sempre più meta di pellegrini che sostano anche davanti al fonte battesimale dove sono stati battezzati da due servi di Dio: Albino Luciani e Felice Maria Cappello».
    Lo riconosce anche il cardinale Antonelli, già presidente del pontificio consiglio per la famiglia. Giovanni Paolo I è stato papa per solo 33 giorni, ma ha lasciato un segno indelebile. Gli uomini santi hanno sempre una grande misteriosa fecondità; attirano la gente non solo da vivi, ma anche e soprattutto dopo morti. Giovanni Paolo I rimane presente e operante nella memoria e nel cuore non solo di voi suoi concittadini, ma anche di innumerevoli persone nel mondo intero».
    Antonelli ripercorre il magistero di Luciani soprattutto in merito alla famiglia e al matrimonio, sottolinea quanto avesse sofferto per alcune situazioni di disagio della coppia.
    E soffermandosi sulla pastorale dei divorziati passati a nuova unione, il cardinale Antonelli ha precisato che «non possono essere ammessi alla comunione eucaristica finchè rimangono nella loro situazione irregolare, ma devono ugualmente essere invitato a partecipare alla messa e alle attività ecclesiali, e devono sentirsi amati dalla Chiesa e da Dio».
    Prima della Messa, nella casa natale di Luciani c’è stata una breve commemorazione della sua nascita. È seguito il corteo focloristico con vescovi e preti fino in piazza.
    27 agosto 2012

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