giovedì 30 agosto 2012

La via crucis dedicata a Papa Luciani rovinata dai cantieri

Festa per i 100 anni dalla nascita

A Canale d'Agordo, paese natale di Giovanni Paolo I, si sta costruendo una centrale idroelettrica

di Rossella Minotti




Canale d'Agordo (Belluno), 26 agosto 2012 - Grandi festeggiamenti oggi a Canale d’Agordo, paese natale del «papa breve», quell’Albino Luciani che sedette al soglio di Pietro per soli 33 giorni. Oggi il suo paesino del Bellunese, strapieno di turisti e fedeli, assisterà alle celebrazioni per il centenario della nascita di un Papa che sta per diventare Beato, a seguito di un miracolo già dichiarato valido proceduralmente.


Ma se tanti sono i pellegrini che accorrono a pregare e a invocare miracoli, molti sono gli ostacoli che si frappongono a uno dei progetti più belli della zona dolomitica: realizzare la «via dei Papi», un cammino di pellegrinaggio spirituale che si snoda lungo i territori che non solo diedero i natali a Papa Luciani ma videro passare diversi pontefici durante brevi vacanze estive. Interrotta infatti la passeggiata che collega Falcade a Canale d’Agordo, addirittura rovinata la via crucis dedicata a Papa Luciani per i lavori di costruzione di una centrale idroelettrica che sfrutta il torrente Biois. Un business, quello delle acque del Bellunese, che è stato illustrato in una puntata di Report su Raitre. Affari che, denunciano dal Comitato Acqua Bene Comune, devastano la zona delle Dolomiti dichiarata sito Unesco patrimonio dell’umanità. «Ci sono ben 135 nuove domande di concessioni per derivazioni idroelettriche solo nella provincia di Belluno — denuncia Valter Bonan del Comitato — una sommatoria di interventi distruttivi non sostenibile».

Sullo sfruttamento delle acque nel Bellunese (il prossimo intervento prevede tre nuove concessioni proprio sullo splendido torrente Liera) il Comitato che difende le acque ha chiesto l’intervento della Procura. Ma anche sulla centrale in costruzione che ha bloccato la bella passeggiata pastorale le acque non sono calme.

«Si tratta di un lavoro faraonico — dice Lucia Ruffato del Comitato — il cui rilascio sarà ben poca cosa rispetto all’acqua che prenderà». Si difende il sindaco di Canale d’Agordo, Rinaldo De Rocco, eletto con una lista civica: «Posso dare ampie rassicurazioni che quando i lavori saranno finiti tutto verrà rimesso a posto, sono tranquillo. Quella via crucis l’ho fatta fare io per il trentennale dell’elezione al soglio pontificio di Papa Luciani. Anche quando si costruisce una casa i cantieri sono sempre un disastro». La centrale avrebbe dovuto essere finita già quest’estate. I lavori termineranno pare in autunno, ma cosa accadrà è da vedere.

«Ci si stringe il cuore — dicono alcuni abitanti — sulla vecchia strada c’erano formelle, sassi lavorati a mano, della via crucis, e sono spariti. Qualcuno ci ha detto che sono stati triturati per fare la massicciata. Già quando abbiamo saputo che dei tubi così grandi sarebbero passati sotto la stradina abbiamo capito che l’avrebbero rovinata completamente. Inoltre sono spariti i muretti che la sostenevano a monte e a valle, e adesso è più alta e più larga. Abbiamo seri dubbi che tutto possa tornare come prima. E poi che sia mancato proprio in questi giorni un percorso così importante, sia dal punto di vista spirituale che naturalistico, è assurdo».

di Rossella Minotti


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