lunedì 27 agosto 2012

Zaia: «Per noi veneti papa Luciani è già santo adesso»


Canale d’Agordo, a ottobre sarà depositata la “positio” per il processo di beatificazione del pontefice

Corriere delle Alpi
    di Francesco Dal Mas
    CANALE D'AGORDO. «Per noi veneti Papa Luciani non solo è già beato, ma lo preghiamo come fosse già santo». Non lo attesa un semplice pellegrino, uno dei tanti (50 mila, anzi di più) che arrivano a Canale, ma il presidente della Regione, Luca Zaia, trevigiano, che ha i genitori devotissimi del "papa del sorriso".
    Oggi a Canale si fa memoria, con solennità, nella messa delle 16.30 in piazza, con il cardinale Ennio Antonelli, dell'anniversario dell'elezione al soglio pontificio, la sera del 26 agosto 1978, quando a Canale le campane non smisero di suonare e il paese si riversò fuori delle case per tutta la notte. «Don Albino, come ancora lo chiamano nel suo paese natale, in segno di devozione e di familiarità, è il santo dei veneti», prosegue Zaia, «si provi a chiederlo, ad esempio, a Vittorio Veneto, dove Luciani portò il Concilio, con le sue aperture verso la gente, i poveri ed i lavoratori. Adesso, dopo il grande pontificato di Wojtyla che sembrava volesse spegnere quei 33 giorni di regno di Luciani, il nostro papa viene riscoperto alla grande. Ha lasciato un segno indelebile a Belluno, a Vittorio Veneto, a Venezia».
    E se il processo di beatificazione, iniziato nel 2003, sembra rallentato, il governatore del Veneto mette in guardia: «Spero non ci siano beati di serie A e di serie B. Per noi Luciani è santo subito. Ritengo di interpretare in questo il sentimento della stragrande maggioranza dei veneti». Come dire, "la Chiesa ne tenga conto".
    Per quanto riguarda le prossime tappe del processo di beatificazione, il vicepostulatore monsignor Giorgio Lise, arciprete di Agordo, ha confermato ieri alle agenzie di stampa che in occasione del centenario della nascita di papa Luciani, il 17 ottobre, sarà consegnata al prefetto della Congregazione per la causa dei santi la “positio” su Giovanni Paolo I, vale a dire l'incartamento nel quale sono state esaminate le virtù eroiche di Luciani. Il miracolo, come spiega ancora il vicepostulatore, «è stato dichiarato valido proceduralmente. Riguarda un bancario di Altamura con un cancro allo stomaco guarito in seguito alle preghiere rivolte a papa Luciani cui è devoto. Una volta che il miracolo sarà appurato definitivamente, si arriverà alla beatificazione, per la quale occorreranno ancora 3-4 anni».
    Il processo, dunque, proseguirà con la completa verifica del miracolo, sigillo dell'iter. Il miracolo, per altro, è già stato certificato dalla diocesi di Altamura; la speciale commissione di medici del Vaticano dovrà solo prenderne atto. È probabile, allora, che i tre o quattro anni indicati da monsignor Lise diventino due. Come tutti si augurano a Canale. Anche se tutti concordano con Zaia: «Noi già lo preghiamo come un santo».
    Fra le ultime indiscrezioni sul breve pontificato di Luciani si sa che Giovanni Paolo I pensava ad una ricucitura con la Fraternità sacerdotale San Pio X, fondata da monsignor Marcel Lefebvre. Lo rivela il segretario personale di Papa Luciani, don Diego Lorenzi, intervistato da Dino Boffo in occasione dello speciale ''Il mio Papa Luciani'' che andra' in onda oggi alle 18,30 su Tv2000. «Il problema di monsignor Lefebvre», ha detto don Diego Lorenzi, «che è ancora oggi all'ordine del giorno, era già nei pensieri e nelle preoccupazioni di Giovanni Paolo I. Per papa Luciani era un cruccio e me ne rendeva partecipe. Era una situazione già allora emergente. Riferendosi alla vicenda di monsignor Lefebvre, papa Luciani mi diceva: ''La tunica intonsa della Chiesa cattolica romana ha uno squarcio” e agognava che questa cucitura venisse ricomposta al più presto. Gli stava a cuore immensamente la compattezza del gregge, l'unità della Chiesa, più di altre cose di cui si interessava la stampa».
    26 agosto 2012

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