venerdì 29 agosto 2014

La nipote: «Rispettiamo i tempi della chiesa»



Pia Luciani interviene sul processo di beatificazione di Giovanni Paolo I e sui dubbi attorno al miracolo: «Tutte superficialità, occorre pazienza»
















CANALE D’AGORDO. Papa Luciani ‘santo subito’? Così in centinaia l’hanno pregato nel giorno anniversario della sua elezione, quando in piazza a Canale il cardinale Beniamino Stella, prefetto della Congregazione per il clero, ha presieduto una solenne concelebrazione.
Tra i presenti anche la nipote del ‘papa del sorriso’, Pia Luciani, che per quanto riguarda il processo di beatificazione smentisce presunti ritardi ed invita "soprattutto i media" ad avere "pazienza".
«Come vede, signora, è il popolo che lo prega come fosse già sugli altari», proviamo ad obiettare, incrociandola fuori dalla chiesa. «Il popolo, il popolo… Capisco, ma bisogna rispettare i tempi della Chiesa. Che sono i tempi della saggezza. Il processo va avanti. È stato impostato puntualmente. Sarà quel che Dio vorrà» sospira Pia.
Ma lei – insistiamo – è fiduciosa? «Io mi rimetto alla volontà della Chiesa». E le difficoltà di cui si parla circa il miracolo? Il pugliese Giuseppe Denora che sarebbe guarito da un linfoma in modo inspiegabile per la Chiesa è considerato un miracolato dalla sua diocesi, che ha concluso positivamente la propria fase processuale. Si dice che qualche dubbio sia intervenuto a Roma. «Tutte superficialità», secondo Pia Luciani. «La Commissione medica della congregazione per le cause dei santi non ha ancora preso in considerazione l’approfondimento del presunto miracolo perché prima dev’essere presentata la ‘posizio’», il che avverrà in ottobre.
Il colloquio tra il cronista e la nipote del “papa del sorriso” s’interrompe perché arriva il cardinale Beniamino Stella, prefetto della congregazione per il clero. Il porporato saluta cordialmente Pia e poi guarda in alto, alla facciata della chiesa con l’immagine dello zio eletto papa 26 anni fa. «Lo preghiamo» sorride Stella. «Sì, lo preghiamo», fa lei. «Lo prega come un santo?» insiste il cronista. «Io prego il Signore» glissa Pia. A Canale e nella valle del Bios, comunque, proprio questo è il sentimento popolare. Aleggia, per aspetti, un’atmosfera di serenità, di “serena santità” ebbe a dire, a suo tempo, mons. Vicenzo Savio.
Se ne rende conto anche Pierantonio Zanchetta, dirigente del Servizio Forestale del Veneto. «Qui a Canale, come lassù a Lorenzago, si avverte il profumo di un’aria diversa. È per questo che abbiamo allo studio, in questo paese, un’iniziativa analoga a quella realizzata nel bosco di Lorenzago, con il santuario all’aperto».
Zanchetta non ci vuol dire se sarà un altro santuario e se questo verrà dedicato al prossimo beato, Luciani appunto. «È un progetto singolare, che unirà i due paesi in modo originale, e che speriamo di poter materializzare per la prossima estate, quando sarà pronto anche il museo dedicato a Luciani».
In piazza a Lorenzago, intanto, campeggia l’altare confezionato e in parte scolpito nel legno dagli uomini di Zanchetta. «A questo Paese, tra l’altro, sono legato da storici vincoli. Mio bisnonno trasportava la birra nel locale che si trova dietro la chiesa. Era la prima, vera birra di Pedavena». Ed eccolo, l’avo di Zanchetta, ritratto in una storica foto vicino al bancone dell’attuale birreria. Transita in piazza Dario Bond, consigliere regionale di FI. 

Francesco Dal Mas 

28 agosto 2014
 






 








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