mercoledì 28 agosto 2013

Commozione e ricordi per papa Luciani

Canale d’Agordo celebra il 35esimo anniversario dell’elezione al soglio pontificio, in attesa di una svolta

di Francesco Dal Mas

CANALE D’AGORDO. La chiesa di Canale d’Agordo, un grande arco verde all’ingresso, e la facciata che racconta Luciani (“io sono il piccolo di una volta”), non riesce a raccogliere tutti i fedeli. Si trasforma in aula liturgica, pertanto, anche la piazza, mentre le nuvole incappucciano le cime. E le campane si sciolgono come nella sera di quell’indimenticabile 26 agosto 1978, quando Albino Luciani venne eletto al soglio pontificio.

Monsignor Luigi Del Favero, vicario generale, si commuove al ricordo. Lo fa introducendo il vescovo di Vicenza, monsignor Beniamino Pizziol, che in occasione del 35esimo anniversario dell’elezione a pontefice dell’umile figlio di queste valli, presiede la solenne concelebrazione con numerosi sacerdoti e l’arcivescovo monsignor Oscar Rizzato, elemosiniere emerito del Papa.

Nei primi banchi ci sono i sindaci della zona, il viceprefetto, le altre autorità, anche i familiari del “papa del sorriso”, il sindaco ed una delegazione del paese natale di Benedetto XVI, Marktl am Inn, in Baviera. Il veneziano Pizziol è stato ordinato prete dall’allora patriarca di Venezia, Luciani appunto. E lo ripropone al popolo del “papa del sorriso” nei termini che gli sono più confacenti.

«La liberazione, che Gesù porta, è destinata in particolar modo ai poveri, agli oppressi, ai prigionieri, ai ciechi, perché costoro sono aperti più degli altri all’annuncio di salvezza e all’azione dello Spirito». Gli anni di vita di Luciani sono stati attraversati da eventi complessi e sofferti, portatori di profondi cambiamenti sociali ed ecclesiali, ricorda Pizziol: è sufficiente ricordare la povertà e l’emigrazione, che coinvolsero anche la sua famiglia, le due guerre mondiali, gli anni affascinanti ed inquieti del concilio Vaticano II, il periodo della contestazione studentesca, operaia, ecclesiale ed il terrorismo.

Ma Luciani non era solo questo, è stato anche un testimone dei passaggi più critici della storia del secolo scorso. E’ stato soprattutto un grande evangelizzatori, “lungo tutto il corso della sua vita come sacerdote, vescovo e papa”. E l’ha fatto: «Secondo il carisma singolare della semplicità e dell’impronta catechetico-pastorale».

Una vita, quella del futuro Giovanni Paolo I, contrassegnata dalle virtù dell’umiltà e al tempo stesso e della fortezza. «Alla virtù dell’umiltà – ha spiegato Pizziol – in Luciani si unì la virtù della fortezza nel difendere la dottrina della fede e nella dedizione totale alla Chiesa di Cristo».

Tutti, qui a Canale, pregano il loro “don Albino” – così ancora lo chiamano, a cominciare dal sindaco Rinaldo De Rocco – come fosse già santo. In cuor suo lo fa anche il vescovo Pizziol, che, in ogni caso, si augura: «Spero che Luciani possa salire al più presto agli onori degli altari».

E il sindaco al riguardo aggiunge: «Ho la sensazione, tutta mia, che fra due anni papa Francesco lo proclamerà beato insieme al suo predecessore Paolo VI». Uno di coloro che non hanno mai perso un anniversario a Canale è il sindaco di Conegliano, Floriano Zambon, che alle preghiere di Luciani deve molto: per la guarigione da un brutto male.

27 agosto 2013






La T-shirt «Santo subito» e la sua Lancia Flavia 1800



CANALE D’AGORDO. «Ringrazio per l’aiuto a mio marito», Raffaella. «Papa Luciani, ti chiedo aiuto per mio fratello», Sara. E Matteo: «Caro papa, ti chiedo di avere un fratello o una sorellina nella pancia di mia mamma». Silvia: «Aiuta mia mamma». «Se riesci, fammi ritrovare il lavoro» gli scrive Mario.

C’è un nuovo libro delle grazie accanto alla statua bronzea di papa Luciani, all’ingresso della chiesa di Canale d’Agordo. Il libro ha 58 pagine già piene di scritte, di richieste, di ringraziamenti e di pensieri carichi di speranza. E la prima è del 16 agosto.

Una decina di giorni sono bastati a riempire tanto spazio. E’ la certificazione che qui Luciani è pregato già come un beato, anzi come un santo.

Sono pure i disabili del Piccolo Rifugio di Vittorio Veneto a testimoniarlo. Sono saliti fin quassù con una T-shirt con questa scritta: “Papa Luciani santo subito. Papa del sorriso proteggici. Gli amici di Papa Luciani”. Sono così gioiosi che con loro posa, per una foto, anche il sindaco di Conegliano, Floriano Zambon. La devozione è davvero popolare.

Alle 16.30 è in programma la messa dell’anniversario. Già alle 15 non si trovava posto. I primi fedeli sono arrivati alle 14. Tanti gli anziani, ma numerosi sono anche i giovani, che magari non hanno neppure conosciuto Giovanni Paolo I.

In piazza fa bella mostra di sé la Lancia Flavia 1800 che l’allora patriarca di Venezia utilizzava nei primi anni Sessanta. Il veneziano monsignor Pizziol se la ricorda ancora quella macchina.

Luigi Dorigo, dopo esser arrivato fin quassù da Motta di Livenza, in tre tappe a piedi, ha ancora la forza di saltellare tra la chiesa e la piazza; è anche lui un devoto di Luciani, dal quale ha ricevuto la cresima. (f.d.m.)

27 agosto 2013


martedì 27 agosto 2013

Canale, oggi celebrazioni in ricordo di papa Luciani


CANALE D’AGORDO. «Caro don Albino, aiutami a trovare lavoro, sono un disoccupato ed ho famiglia da mantenere».

Tra le nuove grazie, nella supplica a papa Luciani, sono sempre più numerose anche quelle di tanti disoccupati, capifamiglia in particolare, che gli chiedono il miracolo di ritrovare il lavoro perso.

Trentacinque anni fa l’elezione al soglio pontificio di colui che a Canale d’Agordo continuano a chiamare “don Albino”, papa Giovanni Paolo I.

Oggi, alle 16.30, la concelebrazione sarà presieduta da monsignor Beniamino Pizziol, vescovo di Vicenza, mentre già ieri sera c’è stato un momento musicale in ricordo, in chiesa. Era il 1978 quando don Albino Luciani diventò pontefice, prendendo il posto di Paolo VI. Dopo soltanto 33 giorni morì e venne eletto Giovanni Paolo II. In queste ore si fa osservare che Wojtyla sta per essere canonizzato, essendo già beato, che Paolo VI è venerabile, quindi prossimo agli altari, mentre Luciani è indietro, servo di Dio.

Si riteneva che dopo la certificazione di un miracolo a lui attribuito, da parte della diocesi di Altamura, in Puglia, la conclusione del processo di beatificazione fosse questione di pochissimi anni.

Il Vaticano, invece, prima deve approvare le virtù eroiche del “papa del sorriso” e, soltanto successivamente, passare alla valutazione del presunto miracolo. Giuseppe Dinora, che quel miracolo l’ha ricevuto, sarà a Canale d’Agordo anche quest’anno. Il percorso è, dunque, ancora di qualche anno. A Canale, però, tutti i pellegrini che arrivano alla sua casa e in chiesa, dove all’ingresso c’è una statua bronzea, pregano Luciani come fosse già santo, non solo beato. Se ne ha testimonianza soprattutto in questi giorni, quelli che precedono le celebrazioni dell’anniversario.

La piazza di Canale è stata trasformata in una chiesa a cielo aperto, dove è in programma la messa del vescovo Pizziol. «Ma se ci sarà maltempo ci stiperemo tutti in chiesa», fa sapere il sindaco Rinaldo De Rocco.

Anche lui ha una grazia da sollecitare a Luciani: la conclusione rapida del cantiere del museo e del centro diurno, che porterà il suo nome. I lavori riprenderanno in settembre, con una nuova impresa, e auspicabilmente, come sottolinea De Rocco, saranno conclusi nella primavera del prossimo anno, «con l’augurio che all’inaugurazione possa intervenire il “nostro’ ministro”, Flavio Zanonato». L’invito gli sarà passato stamattina, ad Agordo, durante il previsto incontro del ministro con i sindaci dell’Agordino nella sede della Comunità montana.

Francesco Dal Mas

26 agosto 2013

lunedì 26 agosto 2013

A 35 anni dall'elezione

Il 26 agosto 1978 veniva eletto Papa il cardinale patriarca di Venezia

Briciole per quattro settimane

Il 26 agosto 1978, eletto in ventiquattro ore al secondo giorno di conclave, Albino Luciani, patriarca di Venezia, sceglie di chiamarsi Giovanni Paolo, accomunando nel nome Giovanni XXIII e Paolo VI. Dio lo chiamerà a sé poche settimane dopo, il 28 settembre. Dell’intenso e indimenticato settembre di Papa Luciani, vanno soprattutto ricordati i momenti bellissimi delle udienze generali del mercoledì, nelle quali sembra riprendere, in qualche modo, la sua Catechetica in briciole.
 Nell’opera edita nel dicembre 1949, il giovane prete raccomandava al catechista l’entusiasmo, la convinzione, l’amore, e non soltanto la scienza e la conoscenza, ma soprattutto la capacità di essere comunicatore. Un trentennio più tardi, appena eletto Pontefice, sulla scia del suo predecessore, avrebbe voluto fare delle sue udienze — come disse il 6 settembre — «una vera catechesi adatta al mondo moderno»: quella di un Papa catechista, appunto.
 Quasi trasformando quegli incontri partecipatissimi in quattro stazioni di accostamento al nucleo centrale del cristianesimo, la prima volta chiamò accanto a sé un chierichetto. Il «catechista si preoccupa non solo di fare e parlare lui, ma soprattutto di far fare agli alunni e di farli parlare», recitava infatti la sua Catechetica(4, 6).
 La settimana dopo, la tonalità emotiva ed esistenziale dell’atto di fede, sulla base di Trilussa, di san Paolo e di sant’Agostino, fu efficacemente da lui descritta come un «arrendersi a Dio, ma trasformando la propria vita», sapendo cioè che Dio ha «più tenerezza ancora di quella che ha una mamma verso i suoi figlioli». Il 20 settembre, mentre a Friburgo un consesso internazionale discuteva sul “futuro della speranza”, fu la volta appunto della speranza, da lui assimilata alla iucunditas di Tommaso d’Aquino e alla hilaritas di Agostino. Infine, il 27 settembre, riprendendo testualmente l’Atto di carità insegnatogli dalla mamma quando era piccolo (in veneto, un bocia), parlò dell’amore, che non solo rimane nella memoria e nella mente come un qualunque dato dell’apprendimento, ma che attrae ogni volta che ci si pensa, come un «correre con il cuore verso l’oggetto amato».
 Quattro udienze generali, caratterizzate sempre da un’atmosfera di fraternità palpabile, con citazioni non soltanto dei Padri e dei teologi, ma anche di pensatori e letterati: la seconda volta fu il turno di Ozanam e Lacordaire; la terza di Saint-Beuve e dello scozzese non cattolico Andrea Carnegie; la quarta di un suo imprecisato professore di filosofia e di Jules Verne. Momenti quasi di contatto diretto con i propri confratelli nell’episcopato e con tanti laici. Un momento di famiglia, percepito come se si fosse alla presenza, nel modo più tenero, del Signore, come capita a un bambino quando sta di fronte alla mamma: «Come un bambino davanti alla mamma crede alla mamma, io credo al Signore».
  Vincenzo Bertolone
25 agosto 2013


martedì 20 agosto 2013

Eventi a Canale d'Agordo per Papa Luciani

  
AGOSTO

Sabato 24 ore 20.45                                                                  
sala via Lotta di Canale d’Agordo

Un libro con Papa Luciani: presentazione del libro di Paul Spackman “God’s Candidate”, unica biografia completa in lingua inglese sulla vita di Papa Luciani con la presenza dell’autore

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Domenica 25 ore 20.45                                                                             
chiesa della Beata Vergine della Salute di Caviola (Falcade)

Concerto di musica sacra del quartetto “Gli Archi del Friuli e del Veneto”: “Le ultime sette parole di  Cristo in Croce” con brani di Haydn

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Lunedì 26 ore 16.30                                                                                 
piazza Papa Luciani di Canale d’Agordo

S.Messa in occasione del 35° Anniversario dell’elezione di Papa Luciani presieduta dal vescovo di Vicenza Mons. Beniamino Pizziol


SETTEMBRE

Sabato 28 ore 18.00                                                                              
chiesa della Pieve di Canale d’Agordo

S.Messa in occasione del 35° Anniversario della morte di Papa Luciani