Monsignor Taffarel è spirato come i “suoi” due vescovi, Albino e Cunial. È stato trovato dalla sorella suora. Aveva 77 anni
TARZO. E’ morto, serenamente, nel sonno,
come, 36 anni fa, il 28 settembre 1978, papa Luciani, di cui era stato
segretario quand’era vescovo di Vittorio Veneto. E come mons. Antonio
Cunial, di cui pure aveva retto la segretaria, deceduto a Lourdes il 10
agosto 1982. Mons. Francesco Taffarel, 77 anni, arciprete di Tarzo da 5,
è stato trovato nella sua camera da letto ieri mattina, ormai senza
vita, colpito da un infarto. «L’ho chiamato verso le 6,30, perché non si
era ancora alzato – racconta la sorella Pasqua -. Non mi ha risposto,
sono entrata e mi sembrava che dormisse profondamente. Ho cercato di
svegliarlo, aveva il volto sereno. Ho subito realizzato che fosse morto,
probabilmente da pochi minuti. Esattamente come era accaduto a Luciani e
a Cunial. Eppure mio fratello non soffriva di disturbi». Pasqua ha
chiamato il 118, ma all'arrivo dell'ambulanza per il parroco non c'era
più nulla da fare. Coincidenze. Tante. La prima a trovare Giovanni Paolo
I morto è stata la fedele suor Vincenza Taffarel. Si commuove, la
sorella, ripercorrendo i corsi ed i ricorsi della storia del fratello e
di chi ha servito. «Il Padre se l’è portato via all’improvviso, per
fortuna senza soffrire». Nato a Sonego di Fregona il 3 dicembre 1936,
don Francesco venne ordinato sacerdote a Serravalle il 29 giugno 1960.
Tra i primi incarichi, quello di segretario dei vescovi Luciani e
Cunial. Il sacerdote è stato in seguito parroco di Motta di Livenza,
quindi a Tarzo. Dal 1999 era canonico onorario del Capitolo della
Cattedrale. Il funerale verrà celebrato sabato 4 ottobre, giorno del suo
onomastico, alle 10 dal vescovo Corrado Pizziolo nella chiesa di Tarzo.
Solo una settimana, il 24 settembre, don Francesco aveva partecipato
alle esequie del suo diretto dirimpettaio, don Angelo Lucchetta, parroco
di Corbanese ed Arfanta. Domenica sera don Taffarel aveva preso parte
alla solenne concelebrazione in cattedrale con il cardinale Beniamino
Stella e col vescovo Pizziolo per l’anniversario della dedicazione
dell’edificio di culto. Il sacerdote ha attraversato il duomo, in
processione, con passo deciso, non palesava problemi fisici. Stella lo
ha salutato con calore, nel comune ricordo appunto di Luciani.
Dell’allora vescovo di Vittorio Veneto don Francesco è stato un cultore,
oltre che segretario personale dal 1966 al 1970, quando lo stesso
Luciani fu nominato patriarca di Venezia. Ne ha sempre coltivato la
memoria viva, tra l’altro curando il volume “Papa Luciani. Un pensiero
al giorno” (1990) e “Papa Luciani racconta. Esempi e aneddoti narrati da
Giovanni Paolo I” (2005) in cui sono confluiti molti suoi ricordi
personali. Ha raccontato recentemente: «Quando mi chiamò, nel 1967,
Luciani mi disse: “Ho bisogno di te come segretario particolare, per
qualche anno; poi ritornerai al servizio pastorale parrocchiale; non
avrei piacere che ti abituassi a calpestare tappeti e corsie”». Come
segretario don Francesco ricopiava a macchina gli scritti di Luciani, le
lettere, gli interventi, sempre “tormentati” da molte correzioni. Don
Francesco lo aiutava nella ricerca bibliografica, di documenti, di
libri, accoglieva le persone che chiedevano di incontrare il vescovo.
Gli faceva da autista e da cerimoniere nelle celebrazioni. "Luciani
diceva: «Sono un montanaro, figlio di povera gente… a vivere in un
castello mi sembra di essere "arlecchin finto principe”…», e infatti
fece togliere lo stemma vescovile dall'ingresso. Sempre gentile e
premuroso, ringraziava dei servizi, salutava ed augurava il buon giorno e
la buona notte". Si alzava verso le 5 del mattino; era abituato a
trovare un tazza di caffè. E don Francesco si affacciava all’alba. Ma
succedeva che partendo presto per la visita pastorale, Luciani si
alzasse per primo, preparava il caffè e a volte bussava alla porta della
camera del segretario. «Era povero di denaro, che non teneva mai in
tasca», ricordava ancora Taffarel. Nel 2003 il sacerdote trevigiano
partecipò all’apertura del processo di beatificazione di Luciani a
Belluno. Venne ascoltato anche come testimone e aspettava con
trepidazione la consegna della “positio”, ossia la documentazione sulle
virtù eroiche di Luciani, che avverrà nei prossimi giorni in Vaticano.
02 ottobre 2014
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