domenica 30 giugno 2013

Cinque personalità per ricordare la figura di Giovanni Paolo I

Premiati il cardinale Herranz Casado, Joaquin Navarro Valls, l’ex calciatore Tommasi e i musicisti Ruini e Mainetti


di Anna Apollonia

SANTA GIUSTINA. La serata di consegna dei premi dedicati al ricordo di Papa Giovanni Paolo I è stata occasione per scoprire dei lati privati di Papa Luciani e del suo successore, Giovanni Paolo II. Ad accomunare questi due pontefici, una ricorrenza, i 25 anni dalla visita di Papa Wojtila al Centro di Santa Giustina, a dieci anni dalla morte del suo predecessore.
È’ stato il cardinale Julian Herranz Casado, presidente della commissione d’inchiesta sulla fuga di notizie in Vaticano, a raccontare la venerazione di Luciani per Josèmaria Escrivà, il fondatore dell’Opus Dei, movimento con cui Herranz ha lavorato per molti anni. «Veniva spesso nella casa di Roma a pregare sulla tomba del fondatore», ha raccontato, «e mi piace pensare che in cielo si siano trovati due santi: Escrivà, che è già stato dichiarato tale dalla Chiesa, e Luciani, che per me lo è sempre stato».
Il cardinale ha ricordato la grande capacità comunicativa di Giovanni Paolo I, capace di affrontare l’azzardo di chiamare vicino a se un bambino senza averlo concordato prima, affrontando apertamente la sua spontaneità.
Sulla necessità di imparare dai bambini, ha messo l’accento anche Damiano Tommasi, ex calciatore di serie A, oggi presidente dell’associazione Calciatori e padre di cinque figli: «Ai bambini non serve l’arbitro», ha raccontato, «sanno quali sono le regole del gioco e del fair play e le rispettano da soli. Sono i genitori a bordo campo, spesso, a metterli in confusione». Il premio a Tommasi è stato assegnato per aver vissuto apertamente la sua fede nel mondo del calcio, una scelta che non è stata semplice, come ha raccontato, perché è molto facile diventare una macchietta, essere fraintesi, perché viene visto come un modo per mettersi in mostra.
Joaquin Navarro Valls, portavoce per oltre vent’anni di Giovanni Paolo II, ha regalato ai presenti una sua riflessione su come l’allora cardinale Karol Wojtila visse la morte di Luciani e il conclave che lo elesse Papa. «Luciani e Wojtila si conobbero nel conclave di agosto, ma nacque subito una sintonia, come mostra bene la celebre foto dell’abbraccio durante la messa di inizio pontificato», ha raccontato. «Durante un soggiorno qui in Cadore mi raccontò che la morte di Giovanni Paolo I lo lasciò sconvolto e confuso. Io credo, ma non gli ho mai chiesto la conferma, che avesse ricevuto voti già durante il conclave di agosto, e si sentisse di poter essere eletto».
Da giornalista Navarro Valls ha ricordato come entrambi i pontefici fossero grandi comunicatori, in particolare Luciani, che «in soli 30 giorni ha spiegato al mondo la teologia dell’allegria, lo stare bene con se stessi, nonostante quello che succede, che viene dalla convinzione di essere fatti a immagine di Dio».
La soprano Rossella Ruini, che collabora con molte produzioni religiose e si è esibita in molti eventi del Giubileo anche alla presenza del Papa, eventi da lei definiti di grande emozione, ha proposto alcuni brani religiosi molto celebri.
Per la musica è stato premiato anche Stefano Mainetti, compositore di colonne sonore molto noto anche in America. Da alcuni anni, è stato coinvolto in progetti come “Tu es Christus” dove la musica accompagna frasi celebri di papa Wojtyla prese dai suoi discorsi. Mainetti ha definito queste esperienze un’occasione per riscoprire la sua fede.

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