sabato 13 ottobre 2012

Giovanni Paolo I: il papa del sorriso

1/10/2012 

I due papi
GIOVANNI PAOLO I CON IL CARDINALE KAROL WOJTYLA SUO SUCCESSORE

Nai dimenticato e ora rivalutato per le sue intuizioni e sfide, umanamente incompiute, per la brevità del suo pontificato

LORENZO CARLESSO
ROMA

Venerdì 29 settembre 1978 i telespettatori della Rai videro interrotti i consueti programmi d’inizio mattinata. La linea fu data a Giuseppe Vannucchi del Tg1. Sistemati gli occhiali e congiunte le mani il giornalista annunciò: «Questa edizione straordinaria del telegiornale si apre per una notizia che già sta facendo il giro del mondo: è morto il papa […] Giovanni Paolo I. È morto dopo appena trentaquattro giorni dalla sua elezione, uno dei più brevi pontificati della storia». In precedenza la notizia era già stata trasmessa nel corso del giornale radio delle ore 7,30.

La scomparsa di papa Luciani, avvenuta nella notte del giorno prima, provocò sgomento e dolore. Eletto al soglio di Pietro il 26 agosto, Giovanni Paolo I aveva colpito tutti per la sua semplicità e bonarietà. Sacerdote della diocesi di Belluno, era stato nominato vescovo di Vittorio Veneto da Giovanni XXIII e successivamente, patriarca di Venezia e cardinale da Paolo VI. Accettata l’elezione a Pontefice, Luciani decise di ripagare la fiducia dei suoi due predecessori adottandone i nomi. Una novità senza precedenti per la storia della Chiesa.

La sua morte improvvisa diede adito negli anni successivi a congetture, sospetti e storie fantasiose. Articoli di giornale, trasmissioni televisive e libri si interrogarono sulle ultime ore di vita del Papa. Qualcuno arrivò ad ipotizzare una morte non naturale. Tra i più fantasiosi il libro di David Yallop, In nome di DioLa morte di Papa Luciani. In realtà nessuna di queste ricostruzioni è stata in grado di fornire una sola prova. Si tratta di voci, in parte alimentate dalla confusa gestione della notizia della morte, caratterizzata da imprecisioni, errori, ingenuità di chi fu chiamato in quel triste frangente a ricoprire un ruolo di primo piano

A distanza di anni è stato possibile chiarire le principali discordanze trapelate a poche ore dalla morte: 1) a scoprire la salma di Luciani, non fu, come si disse, uno dei due segretari del Papa, l’irlandese John Magee, ma la fedele suor Vincenza; 2) il Papa non leggeva il noto testo medievale L’imitazione di Cristo, o dei documenti relativi alla Segreteria di Stato, ma delle sue vecchie omelie; 3) la causa del decesso non fu con  molta probabilità infarto al miocardio, che lascia visibili segni di sofferenza, ma embolia polmonare, che provoca una morte istantanea. Già nel 1975, nel corso di un viaggio in Brasile, Luciani aveva sofferto a causa di un embolo poi rivelatosi non fatale. Negli anni Sessanta aveva subito due operazioni chirurgiche; in gioventù era stato ricoverato due volte per sospetta tubercolosi. Appena nato era stato battezzato dalla levatrice Maria Fiocco, per timore che non potesse sopravvivere.

Poche ore prima di morire il Papa manifestò dei malesseri. Ricordò il suo segretario, don Diego Lorenzi: «Quella sera, l’ultima sera in cui fu in vita, ha accusato delle fitte al petto verso metà della cena. Alla nostra richiesta di convocare un medico, ha risposto: mi sta passando, mi sta passando. E siccome la nostra educazione nel rispettare i superiori, tanto più un Papa, ci impediva di disobbedire abbiamo ritenuto opportuno non chiamare il medico. Fu una omissione di cui non potemmo valutare la gravità». 

Nelle prime ore del giorno seguente la tragica scoperta di suor Vincenza, che corse ad avvisare padre Magee. Avvisati del trapasso, i familiari di Luciani raggiunsero Roma. Tra i ricordi, quello della nipote Lina Petri, rimane tra i più significativi: «Nel letto c’era mio zio morto, che guardava con la faccia rivolta verso la porta da cui io sono entrata; con un sorriso, cioè sorrideva, un sorriso lieve, ma sorrideva. Questa è un’immagine che mi è rimasta impressa sempre, anche ora dopo tanti anni. Tanto è vero che io ho avuto come un sobbalzo e ho pensato: ecco lui ha sorriso a qualcuno, cioè, nel momento in cui moriva vedeva qualcuno, forse un qualcuno con la maiuscola. Lui gli ha sorriso». Quasi una conferma di quanto chiesto al Signore da Luciani: «Ti chiedo una grazia: vorrei che Tu mi fossi vicino nell’ora in cui chiuderò gli occhi alla terra. Vorrei che tu tenessi la mia mano nella tua, come fa la mamma con il suo bambino nell’ora del pericolo. Grazie, Signore».

Tra gli epitaffi qualcuno ricordò quello utilizzato per Leone XI, Pontefice per pochi giorni nell’aprile del 1605: magis ostentus quam datus (più mostrato che dato). Alle accuse rivoltegli per i suoi atteggiamenti semplici Luciani aveva risposto: «Io so che molti criticano i discorsi che faccio, e i miei modi di essere Papa. Qualcuno mi ha definito un Papa insignificante. Io l’ho sempre saputo e il Signore prima di me. Posso essere una ciabatta rotta, ma è Dio che opera in me».

I funerali di Giovanni Paolo I si tennero in piazza San Pietro il 4 ottobre del 1978, alla presenza di autorità e fedeli provenienti da tutto il mondo. La salma, deposta in una bara dal legno chiaro, fu seppellita nelle grotte vaticane accanto ai suoi predecessori. A tutt’oggi è ricordato come il Papa del sorriso, molto amato dai fedeli del Veneto sua terra d’origine.

http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/documenti/dettaglio-articolo/articolo/papa-el-papa-pope-luciani-18557/

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